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Pezzi di ricambio auto contraffatti: a Como sequestrato un deposito
Operazione della Guardia di Finanza che in Provincia di Como ha sequestrato una autentica fabbrica del falso riguardante pezzi di ricambio per auto.
Originale o compatibile? Questa la domanda più frequente che ogni persona riceve quando si reca in un negozio di pezzi di ricambio per auto. Il pezzo originale è quello che naturalmente costa di più rispetto a quello che viene definito comunemente “di concorrenza”. Evidentemente il pezzo originale da più garanzie di perfetto funzionamento rispetto a quello non originale.
Ma questo solo se il pezzo acquistato è davvero originale. Perché anche nel settore autoricambi ci sono truffe e associazioni che minano la sicurezza delle persone e dei clienti. Vere e proprie truffe nei confronti degli acquirenti e violazioni dei diritti di Copyright nei confronti dei marchi.
Non è raro infatti che sul mercato circolano pezzi di ricambio falsi spacciati per originali. Ed è quello che accadeva in Lombardia, precisamente in Provincia di Como, dove una operazione della Guardia di Finanza ha portato alla luce un attività truffaldina di importanti proporzioni.
L’operazione della Guardia di Finanza nel comasco
Ricambi auto contraffatti, per un totale di circa 13mila pezzi, questo il frutto dell’operazione della Guardia di Finanza che a Guanzate, piccolo Comune in Provincia di Como, ha portato ad un vasto sequestro di pezzi e del capannone dove era stata adibita una autentica fabbrica.
Una fabbrica di produzione di pezzi di ricambio per auto, naturalmente falsi ma spacciati per originali, con addirittura una stamperia dei loghi delle più comuni marche di componentistica per auto.
La fabbrica era in grado, visto l’elevato numero di pezzi di ricambio sequestrati, di mettere sul mercato una vastissima quantità di pezzi di ricambio evidentemente contraffatti.
Il capannone industriale adibito a fabbrica del falso
Scatole ancora imballate, con dentro pezzi di ricambi che sembra, per quello che si legge in un articolo del quotidiano “Il Messaggero”, servissero per i veicoli Iveco. Pezzi che secondo ciò che si evince, erano privi dei certificati di omologazioni necessari in ambito UE. Pezzi che una volta estratti dalle confezioni originarie e provenienti da fuori Europa, venivano artefatti a regola d’arte, con tanto di logo delle grandi firme del settore.
Un modo per aumentare il costo di mercato di questi pezzi, in modo tale da venderli a prezzi più elevati rispetto a quelli che sarebbero stati venduti come non originali.
Senza calcolare poi il rischio che pezzi non a norma UE possano causare agli ignari acquirenti. La precisione e l’accuratezza con cui venivano artefatti i pezzi e inseriti in nuove confezioni era davvero perfetta. Scatole del tutto simili alle originali, con addirittura i classici codici a barre e le relative etichette.
I pezzi finiti sotto sequestro da parte dei militari della Guardia di Finanza andavano dalle frizioni ai filtri d’aria. Quasi mille pezzi di questo tipo sequestrati, ma anche oltre 80mila adesivi contraffatti già pronti per essere inseriti nelle confezioni, 28 clichè adatti alla stampa dei marchi e 6 macchine per stampa. In totale un milione di euro il valore della merce e delle strumentazioni sequestrate dalle Fiamme Gialle.
L’operazione scattata in Lombardia ma ha estensioni in tutta Italia dal momento che nel capannone, sono stati rinvenuti documenti che hanno collegato la rete ad altre Regioni dello Stivale. Infatti sono scattate perquisizioni e controlli anche in Piemonte, Emilia Romagna, Campania e Puglia, per un totale di 13 attività controllate.
Denunciati quindi il rappresentante legale della fabbrica abusiva più un suo vicino collaboratore. La società è finita sotto sequestro per violazioni sulla responsabilità amministrativa degli enti, con le pesanti accuse di contraffazione dei marchi, con l’aggravante del metodo dell’attività organizzata.